Come abbiamo avuto modo di anticiparvi nei nostri precedenti interventi, sono diversi i casi di scuole in cui è stato introdotto del materiale di matrice “gender”: i destinatari “privilegiati” sono i piccolissimi, cioè i bimbi degli asili nido e delle scuole materne.
Di uno di questi casi parla questo articolo della Nuova bussola quotidiana, citando anche il nostro Comitato.
Vi invitiamo a leggere l’articolo per intero, mentre riportiamo qui un breve stralcio dell’articolo stesso.
Asili nido a Roma conquistati dalla lobby gay
Con il cavallo di Troia della lotta alla discriminazione, con il pretesto dell’educazione sessuale o più semplicemente, appunto, con escamotage che sfruttano la distrazione dei genitori, si spalancano le porte degli istituti scolastici ad una valanga di “progetti educativi” di stampo gender. Il nido di Roma non è certo un caso isolato. Lo denuncia un comitato di genitori – comitatoarticolo26.it – nato proprio con lo spirito di rispondere all’emergenza educativa che, sotterranea ma violenta, si sta imponendo nelle strutture scolastiche della capitale ed anche di tutto il territorio nazionale.
Così, spesso all’insaputa dei genitori, si va affermando una linea ben precisa. Si impone, in modo più o meno limpido, una cultura insidiosa, che mira alla decostituzione dei modelli di genere, alla sovversione delle evidenze di natura e allo stravolgimento del senso di famiglia e di genitorialità. Detto in altre parole, si insegna ai bambini, sin dalla più tenerà età, che non si nasce maschi o femmine ma che «sei quello che senti di essere», senza differenza. Che non esistono una mamma e un papà, ma un genitore 1 e 2. E che perciò la famiglia può essere tutto e il suo contrario. E via discorrendo. Un “progetto educativo” ben architettato che nasce in seno alle associazioni Lgbt e si serve del patrocinio del governo e degli enti locali, come più volte abbiamo dimostrato spiegando ad esempio il progetto del governo che va sotto il nome di “Strategia Nazionale per la prevenzione e il contrasto delle discriminazioni basate sull’orientamento sessuale e sulle discriminazioni”, che ha nella scuola il principale obiettivo