Il Consenso Informato Preventivo che le scuole dovrebbero richiedere a tutti i genitori (nota MIUR 4321 del 06/07/2015), è lo strumento che può garantire che sui temi educativi sensibili e divisivi – come ad esempio l’educazione affettiva e sessuale – la famiglia possa liberamente esprimere alla scuola il proprio consenso o dissenso (nota MIUR n. 1972 del 15/09/2015). Congiuntamente i genitori dovrebbero accedere alla possibilità di esonero per i propri figli, da percorsi educativi non condivisi e all’offerta di attività alternative nel caso che tali attività siano svolte in orario normale di lezione, in rispetto al diritto allo studio di tutti gli alunni.
Ma non tutte le scuole osservano e riconoscono formalmente questa procedura.
Nelle scorse settimane abbiamo riportato con soddisfazione la notizia (link) dell’iniziativa di diverse scuole sul territorio nazionale che hanno aderito in maniera ufficiale alla pratica del consenso informato.La soddisfazione deriva dal constatare come diverse realtà – lavorino nell’ottica di tutelare le scelte dei genitori e nel costruire, o portare a maturazione, quel rapporto di fiducia tra scuola e famiglia che è alla base dell’alleanza educativa fondamentale per la crescita dei ragazzi.
Purtroppo in questi giorni dobbiamo riportare invece il caso di una scelta compiuta in senso opposto dalle Istituzioni. Un’occasione persa per costruire un’alleanza con i genitori dal Comune di Lucca (link) dove, durante la seduta di consiglio del 24 gennaio, è stata respinta la mozione che proponeva il riconoscimento ufficiale dell’uso del consenso informato preventivo nelle scuole della provincia. Una possibilità in meno, quindi, di dare un riconoscimento istituzionale a questo strumento e voce alle richieste dei genitori.
“Il riconoscimento del consenso informato – proseguono i genitori – come già avviene in alcune scuola virtuose del territorio – costituirebbe una garanzia del pluralismo educativo/culturale in tutte le scuole (articolo 33 della Costituzione), attraverso la tutela della libertà di insegnamento dei docenti, la libertà educativa delle famiglie (articolo 30 della Costituzione), nonché il diritto all’apprendimento degli allievi. Purtroppo la propaganda presenta la libertà delle famiglie contrapposta alla libertà dei docenti. Al contrario la libertà di insegnamento dei genitori per i propri figli è garanzia anche per la libertà dei docenti. L’educazione altresì non esige che libertà dei docenti debba obbligare genitori e studenti, ma chiede l’incontro libero e costruttivo tra tutte le tre libertà, come accade in ogni famiglia. Ci auguriamo che il Comune di Lucca rivaluti la sua posizione e si adoperi per ricostruire una efficace alleanza tra istituzioni, scuole e le famiglie lucchesi”.
Registriamo quindi un passo indietro rispetto alla direzione di collaborazione tra scuola e famiglia; un passo indietro che le istituzioni non dovrebbero permettersi nel contesto sociale e culturale che stiamo vivendo: non può mancare oggi una garanzia che i percorsi educativi proposti rispettino tutte le famiglie, tutte le culture e le sensibilità, ogni credo religioso, gli alunni e i docenti, il pluralismo e la facoltà di scelta dei genitori sui temi educativi sensibili all’interno delle singole realtà scolastiche, attraverso la promozione ed il sostegno ad una reale libertà di educazione ed una continuità educativa tra la famiglia e la scuola, a cui la stessa legislazione riconosce un ruolo sussidiario a quello dei genitori.