Quante volte sentiamo discorsi del tipo “l’importante è cominciare” o ancora “alla fine sarai ricompensato”?
Queste giornate tecnologicamente avanzate scorrono già troppo veloci che non riusciamo più a godere del nostro tempo. È diventato tutto così veloce che abbiamo bisogno di programmare e ritagliare spazi e momenti per sentire il fluire del “niente” che spesso è più intenso e appagante di molte giornate passate tra telefono e pc.
La fine delle vacanze, l’inizio della scuola, il primo pensiero della giornata, l’ultimo esame. Rischiamo di farci assorbire dai rimpianti del passato o dalle aspettative future.
E tutto il resto dove lo mettiamo?
Il presente (che come ci ricorda il maestro Oogway in Kung-Fu Panda) si chiama così perché è un regalo!
Pazientemente perseverare, esserci e non arrendersi. Ce lo insegnano da sempre le mamme: che non si stancano di ripetere sempre le stesse cose e pulire sempre gli stessi fornelli, asciugare sempre guance lacrimose e nasi gocciolanti. Anche gli insegnanti ne fanno esperienza: correggere sempre gli stessi errori, sentire sempre le stesse scuse (un po’ di fantasia, forza!).
Spesso cediamo alla tentazione di sentirci invisibili perché quello che facciamo come educatori è “silenziosamente costruire e costruire è sapere” mentre rischiamo di perderci sognando case ordinate, auto pulite, figli obbedienti e studenti diligenti. Persone perfette che hanno cose perfette e che vivono in un mondo perfetto.
Ma è il difetto che ci distingue e ci rende umanamente veri. È quando impariamo che vero è migliore di perfetto che possiamo fare pace con i nostri limiti e lasciarceli alle spalle. È quando rinunciamo alla perfezione che ci apriamo all’amore. Un mondo perfetto a non ha bisogno dell’amore, basta a se stesso e non ha bisogno di essere perdonato.
Come associazione di genitori che hanno a cuore l’educazione abbiamo fatto esperienza della nostra umanità e imperfezione, chi di noi non ha mai sbagliato? Imparare dai propri errori è crescere. E noi crediamo fermamente nella necessità di crescere insieme ai nostri figli.
Come canta Niccolò Fabi nella canzone che abbiamo scelto per voi questo mese:
Costruire è poter rinunciare alla perfezione, perché certo il finale è più teatrale ma nel mezzo c’è tutto il resto.
Forse è più facile aggrapparsi alle gioie degli inizi o proiettarsi con la mente al sollievo della fine ma oggi il nostro plauso va tutte quelle persone che generosamente e silenziosamente si spendono giorno dopo giorno in questo “anonimo resto” che a dire il vero è il nostro tutto.