Assistiamo alla veloce diffusione di progetti educativi che si ispirano a quella che attualmente si chiama “cultura di genere“, anche indicata col termine “gender”, che esprime un particolare modo di interpretare la sessualità e l’identità sessuale.
Questo fatto richiama noi genitori ad una presenza più capillare ed organizzata nella scuola, allo scopo di esercitare il giusto livello di garanzia su buoni progetti e correttezza dei messaggi educativi che entrano in classe.
Questo livello di garanzia dei genitori è stato appositamente previsto nella legge italiana, per evitare che l’educazione dei ragazzi rischiasse di procedere in direzioni prive di valori e contenuti condivisi dalle famiglie.
Continuiamo purtroppo ad assistere all’isolamento, all’interno delle comunità scolastiche, di genitori talvolta colpevolizzati per aver richiesto il riconoscimento del legittimo diritto a esercitare la genitorialità. Le critiche delle famiglie verso la “Buona
Scuola” sono derivate in gran parte dalla presenza, di progetti “pseudo istituzionali” di tipo “gender”, resi operativi nelle scuole. Cosicché il timore dei genitori è che la “cultura di genere” (o educazione gender) venga istituzionalizzata e incentivata attraverso la legge.
https://youtu.be/q9ERA5J-Gww?t=142
Per cultura di genere si devono intendere una serie di iniziative educative già presenti in molte scuole italiane, giunte finora con la facciata della lotta alle discriminazioni. L’idea è condivisibile in sé, ma essa di solito fa capo ad associazioni promotrici di progetti molto critici, associazioni affini alla galassia LGBT o al femminismo radicale; ovvero enti con una visione assolutamente di parte sugli argomenti riguardanti sessualità e orientamento sessuale.
E’ indispensabile che l’istituzione scolastica riconosca che l’obiettivo dei genitori è quello di promuovere e farsi garanti su questi temi, di un’educazione e un approccio educativo corretto, onesto ed equilibrato verso i propri figli. Contestualmente, il compito e la presenza partecipata dei genitori è anche quello di consentire e garantire alla scuola stessa, di essere “scuola di tutti”, e “scuola per tutti”. Scuola che finora e da sempre, era stata il fondamentale alleato delle famiglie, il luogo sicuro a cui affidare i propri figli con la massima fiducia e serenità; uno spirito che desideriamo ardentemente rimanga tale.
Comprendiamo, l’intenzione del Ministro Giannini di difendere la legge sulla “Buona Scuola”, respingendo l’ipotesi dell’ingresso dell’ideologia gender nella riforma scolastica e negando lo spazio ad applicazioni ideologiche della parità tra i sessi in campo educativo (siamo felici ciò sia stato ribadito, anche attraverso quanto affermato nella Circolare Ministeriale n. 1972/154). Ma nondimeno, il Ministro, alla luce di quanto è fin qui evidente, e cioè che nelle scuole, si sono verificati numerosi casi di approccio ideologico potrà comprendere che i genitori nutrono fondati dubbi nell’affidare l’educazione dei propri figli a una scuola in cui non riescono:
1) a trovare uno spazio di ascolto e,
Grazie alle esperienze maturate nel recente passato, risulta evidente che le “politiche di genere” sono critiche proprio a causa della loro indeterminatezza, che apre le porte a qualsiasi idea o scuola di pensiero si abbia su di esse, e dunque rendendo non solo possibili ma altamente probabili fughe in avanti nella progettazione educativa e didattica di cui ragazze e ragazzi, bambine e bambini rappresenterebbero materie da esperimento.
A oggi infatti non esiste alcuna definizione normata di “identità di genere”; e quindi quando si parla di identità e di genere chiunque può dire ciò che pensa o ispirarsi a qualsiasi scuola di pensiero, anche la più radicale. Esiste un limite di buon senso e un principio di precauzione che non può in alcun modo essere ignorato, ed è questo che intendiamo affermare in primo luogo come famiglie, genitori e cittadini.
I genitori costituiscono per la scuola e per i figli, una risorsa oggi sempre più necessaria e imprescindibile per realizzare un’efficace garanzia educativa in grado di orientare nella direzione della corresponsabilità.
In occasione delle imminenti elezioni degli organi collegiali della scuola vi forniamo un documento utile, per noi genitori, con alcune indicazioni per poter partecipare direttamente ed efficacemente alla vita e a tutte le scelte della scuola dei nostri figli, e per portare avanti iniziative educative o proposte di interesse generale.
Attenzione: abbiamo tempo fino a metà ottobre per poter intervenire nelle procedure per la definizione del Piano Triennale dell’Offerta Formativa e per la richiesta di personale aggiuntivo, in grado di svolgere le attività che la scuola dell’autonomia intende progettare. I genitori, soprattutto se riuniti in associazioni, possono infatti presentare al Dirigente Scolastico proposte formative rivolte agli allievi e ai genitori.
Scaricare la scheda relativa alle modalità di presenza e di intervento attivo dei genitori nella scuola o continuare a leggere qui di seguito.
Come possono i genitori essere presenti in modo attivo nella scuola dei propri figli?
Le modalità di una presenza attenta e partecipe, consapevolmente vissuta dai genitori, possono prendere forma a vari livelli:
- come genitore che si informa autonomamente;
- come genitore impegnato quale membro interno e attivo delle istituzioni scolastiche svolgendo funzioni come rappresentante di classe, rappresentante dei genitori all’interno del Consiglio di istituto, presenza nei Comitati, ecc.;
- partecipando o dando vita ad un comitato genitori della scuola;
- partecipando o dando vita ad un’associazione di genitori.
1. Come genitore che si informa autonomamente
Si veda articolo “Per un rinnovato protagonismo educativo dei genitori nella scuola”.
2. Come genitore impegnato quale membro interno e attivo delle istituzioni scolastiche svolgendo funzioni come rappresentante di classe, rappresentante dei genitori all’interno del Consiglio di istituto, nel Comitato genitori, ecc.
La scuola italiana si avvale di organi di gestione, rappresentativi delle diverse componenti scolasti-che, interne ed esterne alla scuola, tra i quali anche e soprattutto i genitori.
I componenti degli organi collegiali vengono eletti dai componenti della categoria di appartenenza; i genitori che fanno parte di organismi collegiali sono, pertanto, eletti da altri genitori.
Questi organismi a carattere collegiale sono previsti a vari livelli della scuola (classe, istituto).
La funzione degli organi collegiali è diversa a seconda dei livelli di collocazione: è consultiva e propositiva a livello di base (consigli di classe e interclasse), è deliberativa ai livelli superiori (consigli di circolo/istituto).
Consigli di classe e interclasse
I genitori possono far parte, se eletti, dei consigli di classe (consigli di interclasse nella scuola primaria e di intersezione nella scuola dell’infanzia). Tutti i genitori (padre e madre) hanno diritto di voto per eleggere loro rappresentanti in questi organismi. È diritto di ogni genitore proporsi per essere eletto. L’elezione nei consigli di classe si svolge annualmente. Il consiglio di classe si occupa dell’andamento generale della classe, formula proposte al dirigente scolastico per il miglioramento dell’attività, si esprime su eventuali progetti di sperimentazione, presenta proposte per un efficace rapporto scuola-famiglia. Esercita competenze in materia di programmazione, valutazione e sperimentazione e si pronuncia su ogni altro argomento attribuito da leggi e regolamenti.
Ha competenze in materia disciplinare degli alunni e di proposta dei libri di testo.
Consiglio di Circolo o di Istituto
Ogni scuola dovrebbe avere la propria commissione elettorale che redige la lista degli elettori e, ad elezioni ultimate, attribuisce i seggi proclamando gli eletti.
Ciascuna lista deve essere contraddistinta da un motto indicato dai presentatori. Un motto è una frase, o una collezione di parole intese a descrivere le motivazioni o le intenzioni della persona o del gruppo di persone che si presenta. Le liste sono separate per docenti, studenti, genitori e ATA (i collaboratori scolastici). I candidati non possono essere anche presentatori (art.31 dlgs 297/74 e art. 30 c.4.O.M. 215/91). Le firme dei candidati accettanti e quelle dei presentatori devono essere autenticate dal Dirigente Scolastico. E’ importante spiegare ai genitori che firmando non diventano candidati, ma semplicemente stanno permettendo alla lista di essere presentata. Ciascun genitore può sottoscrivere solamente una lista. Le scuole hanno la modulistica già pronta, dunque basta andare semplicemente in segreteria e ritirare il modulo. |
Il Consiglio di Istituto è un Organo Collegiale obbligatorio in tutte le scuole. E’ il “consiglio d’amministrazione” dell'”impresa scuola”, dove sono rappresentate tutte le componenti dell’Istituto (docenti, studenti, genitori e personale non docente) con un numero di rappresentanti variabile a seconda delle dimensioni della scuola. Ogni rappresentanza viene eletta all’interno della sua componente mediante consultazioni elettorali regolarmente effettuate all’interno dell’Istituto. Per i membri del Consiglio il mandato è triennale. La presidenza del consiglio d’istituto spetta ad un genitore eletto da tutte le componenti del Consiglio con votazione segreta. Il consiglio di circolo o di istituto elabora e adotta gli indirizzi generali e determina le forme di autofinanziamento; delibera il bilancio preventivo e il conto consuntivo e dispone in merito alle spese per il funzionamento didattico e amministrativo. Inoltre il consiglio di circolo o di istituto, fatte salve le competenze del collegio dei docenti e dei consigli di intersezione, di interclasse, e di classe, ha potere deliberante, su proposta della giunta, per quanto concerne l’organizzazione e la programmazione della vita e dell’attività della scuola, nei limiti delle disponibilità di bilancio. Approva o meno il Piano Triennale dell’Offerta Formativa.
3. Partecipando o dando vita ad un comitato genitori della scuola
Il Comitato Genitori (CdG) di una scuola non è un organo collegiale, ma è riconosciuto dalla normativa vigente: “I rappresentanti dei genitori nei consigli di intersezione, di interclasse o di classe possono esprimere un comitato dei genitori del circolo o dell’istituto” (Art.15, D.lgs 297/94). La C.M. 19 settembre 1984, n. 274 ha sollecitato i Dirigenti a favorire la costituzione dei comitati.
Il Comitato Genitori è un organismo della scuola, soggetto alla normativa scolastica, sottoposta alla vigilanza del dirigente. Si costituisce riunendo semplicemente tutti i rappresentanti di classe eletti annualmente e che hanno diritto di voto.
In primo luogo occorre richiedere al dirigente l’assemblea per la sua costituzione. Una volta costituito Il comitato promuove iniziative e supporta le attività della scuola lavorando insieme ai docenti, il dirigente scolastico, il Consiglio di istituto, il Comune e gli Enti Locali. Ha, inoltre, la possibilità di esprimere proposte e pareri di cui il Collegio Docenti e il Consiglio d’Istituto devono tenere conto ai fini della messa a punto del P.O.F. e dei progetti di sperimentazione. Tuttavia esso non può inter-ferire nelle competenze dei consigli di classe o di istituto.
4. Partecipando o dando vita ad un’associazione dei genitori
L’associazione è una libera aggregazione di genitori, che perseguono specifiche finalità in favore della famiglia e della scuola, alla luce di precisi valori di fondo. E’ regolata dalle leggi comuni a tutti i cittadini, può agire in piena autonomia e responsabilità propria.
Il Comitato Articolo 26 è una realtà di questo tipo, nata per dare una risposta alle necessità delle famiglie e dei genitori: se condividi l’iniziativa aderisci o sostieni il Comitato
Ulteriori informazioni a questo link: http://srvapl.istruzione.it/scuola_e_famiglia/organi.shtml