Questo l’intervento della nostra vicepresidente Elisabetta Mazzeschi alle audizioni presso la provincia autonoma di Trento sul disegno di legge n.148: “Modificazioni della legge provinciale sulla scuola 2006 N.5”
Gentili Presidente, Vice Presidente e Membri della quinta commissione permanente del Consiglio della Provincia autonoma di Trento, sono Elisabetta Mazzeschi, mamma e vicepresidente nazionale di Articolo 26, associazione che si occupa di proteggere l’alleanza tra famiglia e scuola. Articolo 26, nato nel 2014, rappresenta oggi una rete nazionale di genitori che hanno a cuore la scuola e l’educazione dei giovani. Associazione no profit, membro del FoNAGS – il Forum nazionale delle Associazioni dei Genitori nella Scuola presso il MIM –, membro dell’EPA – la più importante associazione di genitori europea – e membro italiano dell’OIDEL – ONG con funzione consultiva presso le Nazioni Unite e il Consiglio d’Europa.
Ringrazio per l’opportunità di portare le nostre osservazioni riguardo le modifiche alla legge provinciale sulla scuola 2006 che di seguito vado ad elencare:
ARTICOLO 1: MODIFICHE ARTICOLO 2 COMMA 1
Rileviamo in primis davvero positivamente la proposta che prevede l’inserimento del riferimento all’ articolo 26 della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo del 1948 a cui anche noi ci siamo riferiti quando è nata la nostra associazione. In particolare il comma 3 di tale articolo recita che “I genitori hanno diritto di priorità nella scelta del genere di istruzione da impartire ai loro figli”
Tale diritto inalienabile non può dunque non essere garantito nelle scuole, realtà nelle quali i genitori devono sentirsi ed essere riconosciuti come cittadini “a pieno titolo”. I genitori sono naturalmente abilitati a essere educatori dei loro figli, in quanto portatori di esperienze particolari e uniche, e ne sono i primi responsabili.
In questa fase storica, di fronte alla complessa realtà sociale e culturale che vivono oggi la famiglia e la scuola, è necessario che i percorsi educativi proposti rispettino tutte le famiglie, tutte le culture e le sensibilità, ogni credo religioso, gli alunni e i docenti: il pluralismo si può garantire solo tutelando la facoltà di scelta dei genitori sui temi educativi sensibili all’interno delle singole realtà scolastiche.
È inoltre fondamentale promuovere e sostenere una reale libertà di scelta della scuola per i propri figli. Ci pare vada in questo senso e per questo valutiamo positivamente l’INSERIMENTO DELLE PAROLE “della libertà di scelta delle famiglie anche a favore della scuola paritaria” NELLA LETTERA A) DEL COMMA 1 DELL’ARTICOLO 2.
L’educazione di natura scolastica svolge infatti un ruolo fondamentale ed è importante che i genitori possano scegliere quelle scuole -statali o paritarie che siano, perché comunque pubbliche, come bene indicato dalla legge 62/2000 – che meglio rappresentano la propria visione culturale, perché la libertà di scelta educativa delle famiglie è la premessa indispensabile per qualsiasi rilancio della scuola tutta. Tutto questo a partire dalle famiglie più bisognose proprio per garantire loro una scelta adeguata alle loro esigenze, e non sfavorirle per fattori economici sul piano della educazione e formazione, della responsabilità educativa, della giustizia sociale.
ARTICOLO 3: INSERIMENTO DELL’ARTICOLO 18 BIS
L’inserimento dell’articolo 18 bis recepisce e contestualizza la normativa nazionale. Si tratta in sintesi di garantire il CONSENSO INFORMATO PREVENTIVO da richiedere ai genitori per argomenti educativi contestati e divisivi tra le famiglie, a salvaguardia della libertà di educazione dei genitori su tutte le attività che attengono a temi educativi sensibili (relativi alla sfera etica, affettiva e religiosa) e sulle attività normate dal comma 16, Legge n.107/2015 – in coerenza con quanto garantito nella Nota prot AOODGSIP n.4321 del 6/07/2015 – anche per la parte facoltativa che la scuola intende proporre in orario scolastico.
Si inserisce in questo quadro anche la Nota Ministeriale n. 19534 del 20-11-2018 in cui si rimarca che i progetti scolastici legati alle suddette tematiche devono venirespiegati dettagliatamente per consentire una corretta comprensione del percorso offerto alle famiglie, affinché possano eventualmente esprimere un assenso consapevole e anche l’astensione dal progetto proprio come indicato nel comma 6 dell’articolo 18bis che si propone di inserire.
I recenti tentativi di introdurre un’educazione affettiva e sessuale nella scuola pubblica e il diffondersi in Europa e in Italia della cosiddetta “ottica di genere”, che impatta nella didattica coinvolgendo l’aspetto dell’identità dei discenti, chiama infatti inequivocabilmente in causa la delicatissima questione della libertà di scelta educativa dei genitori, richiamando la questione altrettanto fondamentale del pluralismo culturale e della vita democratica del nostro paese. La scuola può certamente favorire una formazione che tenda ad affermare la parità tra i sessi e ad agevolarne e consolidarne la consapevole acquisizione, ma non può agire sull’identità delle persone, contraddicendo l’intervento educativo familiare ed esperienziale delle famiglie.
Nell’educazione civica, affettiva e sessuale così come nell’educazione alla cosiddetta parità “di genere” o contro le discriminazioni, andranno rispettate le differenze culturali ed educative, che interpretano e concretizzano i valori fondamentali della vita. Ne consegue, ad esempio, che i genitori, primi responsabili dell’educazione dei figli, siano coinvolti in tali attività formative e che ne siano dettagliatamente informati in modo che possano esprimere il loro consenso/dissenso in merito agli aspetti prettamente valoriali ed educativi.
In questo momento storico in cui è a rischio il fondamentale patto educativo tra scuola e famiglia occorre quindi lavorare affinché venga ricostruita l’alleanza tra questi due polmoni con cui respira l’educazione dei nostri figli. Di fronte al rischio di introduzione nella scuola di pericolose mode culturali e discutibili assunti ideologici è anche il momento di promuovere progetti educativi che siano al contempo rispondenti ai bisogni degli alunni e rispettosi delle scelte educative di tutte le famiglie, per questo guardiamo positivamente a queste proposte di modifica che ci sembra vadano nella giusta direzione e ne auspichiamo l’approvazione.
Grazie per il vostro lavoro e per l’ascolto
Trento , 05/04/2023
Elisabetta Mazzeschi
Vicepresidente Articolo 26