Sollecitati da altri genitori, abbiamo guardato attentamente l’intero video dell’assemblea sul porno organizzata il 12 marzo…
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Nei giorni scorsi si è infatti conclusa la settimana di mobilitazione organizzata dal Comitato #NoEsonero che ha lanciato la campagna social
‘#NoEsonero – L’inclusione non si fa fuori!’
“Come Associazione di genitori siamo profondamente rattristati per la terribile vicenda riportata in queste ore…
Come scrive Alessandro D’Avenia nel suo Ultimo Banco 62. “Avere un’anima”, “prima di realizzarsi occorre…
“I genitori italiani sono gravemente preoccupati per le scelte politiche sulla scuola che il Governo…
ARTICOLO 26Intervista Evelina Chiocca, presidente del Coordinamento Italiano Insegnanti di Sostegno. Una riflessione ricchissima e…
Abbiamo appreso da poco che uno dei più grandi colossi dell’industria del porno ha deciso…
Il sole 24 ore, con un interessante articolo che riprendiamo (link), accende i riflettori sul tema della “disintermediazione della conoscenza”. E’ sotto gli occhi di tutti, ma forse dobbiamo realizzarlo e mettere a fuoco meglio, che l’accesso tramite dispositivo mobile personale al mondo di internet dall’età di 11 anni (questo recitano le statistiche sul momento in cui noi genitori regaliamo lo smartphone ai nostri figli) rischia di tagliare fuori noi stessi genitori – e gli educatori che incarichiamo per nostro conto della formazione dei ragazzi – dai processi classici dell’educazione: va detto che, a partire dall’età dell’adolescenza non ci risulta che i genitori siano mai stati in tempi recenti i primi “influencer” dei figli, ma l’impressione è che la virtualizzazione delle relazioni rischi oggi di farci sfuggire ancor di più tutto di mano.
Per approfondire linkiamo un articolo del 26 luglio tratto dal sito web di Repubblica e proponiamo una nostra considerazione su quanto sta emergendo dal doloroso caso di Bibbiano
Compri un libro (di una casa editrice che preferiamo non citare per non fare pubblicità) e ricevi in omaggio un grammo di cannabis: sono queste le nuove frontiere della “divulgazione”? Il tentativo di “normalizzazione” del fenomeno cannabis è di fronte agli occhi di tutti, mentre sono molto meno visibili i dati relativi alle controindicazioni che derivano da un suo utilizzo: sono evidenze che emergono da studi consolidati da parecchi anni e che trovano riscontro anche nei recenti andamenti statistici collegati alla liberalizzazione della cannabis, come si evince da questo contributo dello psicologo Claudio Risè