Con lo stanziamento di 300 milioni di euro per la scuola nel Decreto Sostegni approvato dal Consiglio dei Ministri del 19 marzo, si è nuovamente perpetrata, proprio nel pieno della drammatica crisi sociale che grava sulle famiglie italiane, una inaccettabile discriminazione degli studenti e dei genitori che hanno legittimamente scelto le scuole pubbliche paritarie le quali, pur facendo parte del sistema nazionale d’istruzione, non sono state considerate tra le scuole beneficiare dei fondi.
Come associazione nazionale che rappresenta genitori con figli in ogni tipo di scuola, chiediamo che il Governo preveda aiuti anche per la riduzione delle rette che le famiglie pagano per far frequentare ai propri figli le scuole paritarie, che oggi sono in difficoltà proprio perché le famiglie non ce la fanno più.
Chiediamo inoltre che siano assegnati fondi aggiuntivi alle scuole paritarie per finanziare progetti specifici legati ad attività di recupero oppure ad attività aggiuntive da realizzare in Progetti educativi di Comunità, nei quali siano coinvolte scuole statali e paritarie, Istituzioni e realtà formative e culturali del territorio.
L’Italia è fanalino di coda in Europa, tra i pochi paesi avanzati in cui le famiglie meno abbienti non possono frequentare scuole pubbliche non statali, se non con l’aggravio economico di rette insostenibili, che gli altri genitori europei non sono tenuti a pagare, perché giustamente aiutati dallo Stato. Una situazione inaccettabile in un paese che voglia essere equo, democratico e con una scuola al passo coi tempi. Ricordiamo che la nostra Costituzione riconosce all’art. 30 il diritto-dovere primario dei genitori di educare e istruire i propri figli e che per l’art. 3 tutti i cittadini devono essere uguali davanti alla legge.
Ci aspettiamo dunque che il Parlamento intervenga in fase emendativa per sanare questa palese ingiustizia, figlia della più radicata ideologia sempre dura a morire, e che venga al più presto riconosciuto anche in Italia il diritto educativo dei genitori, con provvedimenti destinati alle famiglie che portino all’abbattimento delle rette per poter accedere alle scuole pubbliche non statali, a partire dalle fasce più povere della popolazione.
Roma 23/03/2021
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