Primi di marzo, alcuni genitori dell’asilo Chicco di Grano di Roma contattano Articolo 26 perché nell’imminenza della festa del papà che si sarebbe dovuta festeggiare di lì a poco con una semplice colazione, tra l’altro facoltativa, una coppia di uomini omosessuali scatena pressioni sulla classe e sulla coordinatrice tali da portare la scuola non solo a cancellare quella festa, con alcuni dei papà costretti a festeggiare con i figli al bar perché di fatto indesiderati a scuola, ma anche quella della mamma prevista come sempre per maggio.
La motivazione addotte dalla coordinatrice? Meglio rimpiazzare queste ricorrenze – che i due uomini avevano definito stereotipi di genere superati – con una generica festa delle famiglie “rispettosa delle trasformazioni in atto nella nostra società” (..) “secondo i principi di uguaglianza, di pari opportunità, senza distinzioni di sesso”.
Tutto ciò senza un reale dialogo con i genitori e senza considerare le proteste degli stessi, ma invitandoli solo a prendere atto che “viviamo in una società in continuo cambiamento e con nuovi bisogni” e, cosa molto grave, rompendo del tutto la necessaria alleanza tra scuola e famiglia.
A valle degli episodi descritti, in qualità di Associazione di genitori e docenti, siamo stati incaricati dalle famiglie ad inoltrare un reclamo formale presso le Istituzioni, che abbiamo scritto partendo dai fatti realmente accaduti e considerando incontrovertibili elementi di principio e gli specifici riferimenti di legge. La risposta del Municipio VIII, contrariamente a quanto dichiarato dal delegato della Raggi Carlo Scalfarotti, sentito da Repubblica dopo l’uscita del nostro Comunicato Stampa, è stata spiazzante.
Il Municipio infatti non solo non ha ricostruito il reale svolgimento dei fatti – poiché la condivisione con le educatrici e i genitori non c’è stata se non a posteriori – ma ha plaudito alla scelta della scuola descritta come la migliore soluzione per “l’inclusione” e contro le “discriminazioni” e per il “superamento dell’approccio divisivo ed ideologico”, il quale evidentemente sarebbe la conseguenza del festeggiare le pericolosissime feste della mamma e del papà.
Come genitori, educatori e cittadini di buon senso pensiamo che non sia possibile avallare tutto questo, a costo di sollevare ogni forma di democratica protesta, ecco perché:
- Perché la mamma ed il papà sono i fondamenti dell’umanità e vanno difesi, a prescindere dal personale credo o condizione, nella società e nella scuola, come naturali riferimenti affettivi, educativi e sociali.
- Perché festeggiarli non discrimina nessuno. Altrimenti dovrebbero essere abolite tutte le feste del calendario e cancellati i riferimenti alle madri e ai padri nell’arte e nella letteratura, per non discriminare nessuno.
- Perché l’inclusione non si impone con la scure e a senso unico. Fatti come quelli accaduti al Chicco di grano sono inaccettabili discriminazioni alla rovescia da parte di minoranze ideologizzate.
- Perché le persone si devono rispettare sempre, ma non si educa al rispetto delle differenze annullandole tutte.
- Perché il pensiero unico dei desideri e della falsa tolleranza sta avvelenando la società (e la scuola) ed è indispensabile una presa di consapevolezza decisa da parte della società stessa rappresentata da tutti noi.
Alla coordinatrice che cita l’art. 3 della Costituzione per motivare l’avvenuta imposizione facciamo presente che ha tralasciato l’art. 29 e l’art. 30, che riconoscono e valorizzano la famiglia come società naturale fondata sul matrimonio e il primato educativo dei genitori.
Invitiamo infine la stessa coordinatrice e i responsabili del Municipio a studiare la legge della Buona Scuola contro le discriminazioni (Linee Guida art. 1 c 16), che stabilisce che “non esiste alcun motivo per rinunciare alla ricchezza garantita dalla piena espressione di donne e uomini nella totalità della loro umanità, già nell’accudimento della vita ai suoi inizi” (pag. 6) e che l’art. 3 della Costituzione deve essere la cornice entro cui realizzare l’educazione contro le discriminazioni nella scuola pubblica, proprio per non avallare alcun tipo di ideologia e non, come si è verificato di fatto in questo caso, per spalancarle le porte (pag. 3 e pag. 4).
Di seguito i link ai documenti che ricostruiscono il reale svolgimento dei fatti:
- Avviso convocazione genitori per festa del papà
- Avviso abolizione feste del papà e della mamma
- Reclamo inviato da Articolo 26 a scuola, Municipio e per conoscenza al MIUR
- Risposta del Municipio al reclamo
- Ulteriore risposta inviata da Articolo 26 a Municipio e per conoscenza a scuola e MIUR
- Comunicato Stampa Articolo 26
- Articolo Ansa
- Articolo tgcom24
- Articolo La Repubblica
- Articolo Il Corriere della Sera
- Articolo La Stampa
- Articolo Il fatto quotidiano
- Articolo Il Messaggero
- Articolo Il Giornale
- Articolo Rai News
- Articolo Rai televideo
- Articolo Il tempo
- Articolo Orizzonte scuola