L’educazione è un atto naturale e fondamentale attraverso il quale l’uomo comunica se stesso e accompagna i propri figli nell’avventura della conoscenza e nel cammino della vita. Perciò l’educare è un atto generativo che presuppone l’esercizio di una responsabilità.
La libertà di educazione è un valore fondamentale e non negoziabile, perché costitutivo della natura umana; un diritto umano inviolabile sancito chiaramente dalla Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo (art. 26) “I genitori hanno diritto di priorità nella scelta del genere di istruzione da impartire ai loro figli” dalla Convenzione Europea sulla Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo (art. 14) “Lo Stato, nel campo dell’educazione e dell’insegnamento deve rispettare il diritto dei genitori di provvedere secondo le loro convinzioni religiose e filosofiche” e dalla Costituzione Italiana che riconosce solo ai genitori “il diritto – dovere di istruire i propri figli” (art. 30), strettamente collegato con la libertà di pensiero e di coscienza.
Tale diritto inalienabile non può dunque non essere garantito nelle scuole e, in generale, nel Paese, realtà nelle quali i genitori devono sentirsi ed essere riconosciuti come cittadini “a pieno titolo”.
I genitori sono naturalmente abilitati a essere educatori dei loro figli, in quanto portatori di esperienze particolari e uniche, e ne sono i primi responsabili.
In questa fase storica, di fronte alla complessa realtà sociale e culturale che vivono oggi la famiglia e la scuola, è necessario che i percorsi educativi proposti rispettino tutte le famiglie, tutte le culture e le sensibilità, ogni credo religioso, gli alunni e i docenti, il pluralismo e la facoltà di scelta dei genitori sui temi educativi sensibili all’interno delle singole realtà scolastiche. È inoltre fondamentale promuovere e sostenere una reale libertà di scelta della scuola per i propri figli.
I recenti tentativi di introdurre un’educazione affettiva e sessuale nella scuola pubblica e il diffondersi in Europa e in Italia della cosiddetta “ottica di genere”, che impatta nella didattica coinvolgendo l’aspetto dell’identità dei discenti, chiama inequivocabilmente in causa la delicatissima questione della libertà di scelta educativa dei genitori, richiamando la questione altrettanto fondamentale del pluralismo culturale e della vita democratica del nostro paese. La scuola può certamente favorire una formazione che tenda ad affermare la parità tra i sessi e ad agevolarne e consolidarne la consapevole acquisizione, ma non può agire sull’identità delle persone, contraddicendo l’intervento educativo familiare ed esperienziale delle famiglie.
Nell’educazione civica, affettiva e sessuale così come nell’educazione alla cosiddetta parità “di genere” o contro le discriminazioni, andranno rispettate le differenze culturali ed educative, che interpretano e concretizzano i valori fondamentali della vita. Ne consegue, ad esempio, che i genitori, primi responsabili dell’educazione dei figli, siano coinvolti in tali attività formative e che ne siano dettagliatamente informati in modo che possano esprimere il loro consenso/dissenso in merito agli aspetti prettamente valoriali ed educativi.
Oggi questa battaglia si gioca anche sul piano concreto del riconoscimento della VALIDITÀ DEL CONSENSO INFORMATO PREVENTIVO da richiedere ai genitori per attività extracurriculari e argomenti educativi contestati e divisivi tra le famiglie, a salvaguardia della libertà di educazione dei genitori su tutte le attività extracurriculari che attengono a temi educativi sensibili (relativi alla sfera etica, affettiva e religiosa) e sulle attività normate dal comma 16, Legge n.107/2015- in coerenza con quanto garantito nella Nota prot AOODGSIP n.4321 del 6/07/2015 – anche per la parte facoltativa che la scuola intende proporre in orario scolastico.
Le proposte di natura extracurricolare legate alle suddette tematiche devono venire spiegate dettagliatamente per consentire una corretta comprensione del progetto offerto alle famiglie, affinché possano eventualmente esprimere un assenso consapevole.
In caso di mancato assenso delle famiglie è necessario quindi riconoscere ESONERO DA PROGETTI E PERCORSI EDUCATIVI NON CONDIVISI e offrire la GARANZIA DI ATTIVITÀ ALTERNATIVE per coloro che non parteciperanno, a tali iniziative, onde evitare assenze ingiustificate che si porrebbero in contrasto con il diritto allo studio.
Infine, tanto le scuole quanto dell’Amministrazione scolastica ad ogni livello devono impegnarsi a favorire e incrementare la collaborazione con tutte le associazioni di genitori, senza privilegi o discriminazioni, nella fase progettuale di iniziative di educazione sui temi che coinvolgono tutta la sfera della personalità e dei valori.
Se oggi l’educazione richiede una pluralità di competenze, è anche necessario che i genitori possano essere coadiuvati nello svolgimento della propria responsabilità educativa senza che i figli si trovino di fronte a insegnamenti tra loro contrastanti.
L’educazione di natura scolastica, in particolare, svolge un ruolo fondamentale ed è importante che i genitori possano scegliere quelle scuole che meglio rappresentino la propria visione culturale. Per tutti questi aspetti, in qualità di genitori, riteniamo fondamentale per la società intera rilanciare la grande questione della libertà di educazione, che va riconosciuta come un diritto fondamentale dei cittadini, parte integrante dello Stato di diritto, e non un un atto di benevolenza elargito a discrezione dei poteri pubblici.
La democrazia si deve infatti esprimere in diverse forme, nella società e anche nella scuola – attraverso le elezioni degli organi parlamentari come degli organi collegiali – fino alle manifestazioni civili, passando per le libere associazioni di genitori e di quanti hanno a cuore l’educazione dei giovani.
In questo momento storico in cui è a rischio il fondamentale patto educativo tra scuola e famiglia occorre quindi lavorare affinché venga ricostruita la fondamentale alleanza tra questi due polmoni con cui respira l’educazione dei nostri figli. Di fronte al rischio di introduzione nella scuola di pericolose mode culturali e discutibili assunti ideologici è anche il momento di promuovere progetti educativi che siano al contempo rispondenti ai bisogni degli alunni e rispettosi delle scelte educative di tutte le famiglie.
Mai come oggi, affermare il primato educativo della famiglia – in sinergia con tutta l’istituzione scolastica – si presenta come un servizio alle famiglie, ai bambini e ragazzi e a tutta la società.