Come genitori e di insegnanti, riteniamo fondamentale per la società intera la questione della libertà educativa, una questione che comincia a far breccia nel dibattito pubblico.
In questa fase storica, di fronte alla complessa realtà sociale e culturale che vivono oggi la famiglia e la scuola, è necessario che i percorsi educativi proposti rispettino tutte le famiglie, tutte le culture e le sensibilità, ogni credo religioso, gli alunni e i docenti, il pluralismo e la facoltà di scelta dei genitori sui temi educativi sensibili all’interno delle singole realtà scolastiche; ma anche e soprattutto attraverso la promozione ed il sostegno ad una reale libertà di scelta della scuola per i propri figli da parte delle famiglie. Oggi l’educazione richiede una pluralità di competenze ed è dunque necessario che i genitori possano scegliere liberamente con chi condividere questo compito, affinché i figli non si trovino di fronte a insegnamenti tra loro contrastanti.
Il tema della libertà di educazione e di insegnamento fatica a entrare nella mentalità comune: un fondamentale principio antropologico, letto spesso in un’ottica ideologica che è riuscita e tuttora riesce ad indebolire nei genitori la consapevolezza di essere i primi titolari della responsabilità educativa. Viene attuata così una sorta di esproprio della potestà genitoriale, attraverso l’idea e soprattutto la prassi che vede nello Stato l’unico soggetto abilitato a dare risposte ai bisogni dei cittadini e inducendo i genitori ad occuparsi sempre meno dell’educazione dei figli, delegandola di fatto allo Stato. Così i cittadini usufruiscono “gratuitamente” di un’educazione di Stato e se vogliono qualcosa di più o di diverso sono liberi di realizzarlo, ma a loro spese.
Ma la libertà educativa dei genitori è uno dei diritti umani inviolabili sanciti chiaramente dalla Dichiarazione Universale dei diritti dell’uomo (art. 26) , dalla Convenzione Europea dei diritti umani (art 14), dalla Costituzione Italiana che riconosce solo ai genitori “il diritto – dovere di istruire i propri figli” (art 30). Si tratta di un diritto umano strettamente collegato con la libertà di pensiero e di coscienza, che non può non essere garantito a cominciare della comunità familiare, oltre che nelle scuole e nel Paese.
Se è un diritto umano inviolabile possiamo accettare che sia garantito solamente ai genitori che dispongono di risorse economiche per pagarsi il servizio scolastico prescelto? Sarebbe contraddittorio se affermassimo da un lato che è un diritto universale e poi ci rassegnassimo all’imposizione ideologica di Stato che non lo vuole garantire a tutti. La nostra battaglia deve dare priorità ad assicurare la gratuità di frequenza della scuola paritaria ai meno abbienti, in coerenza alla nostra convinzione che si tratti di un diritto umano inviolabile.
Per questo vogliamo sostenere e diffondere la petizione promossa da Citizen per la vera “buona scuola”, per mettere al centro il bene dei nostri figli, senza dover subire un doppio onere economico in caso di scelta della scuola pubblica paritaria: la petizione è rivolta al Presidente della Repubblica, al Presidente del Consiglio e al Ministro dell’Istruzione per chiedere uguaglianza tra statali e paritarie.
Perché senza libertà di educazione non c’è vera democrazia e non ci può essere vera libertà.
#LIBERIDIEDUCARE
Associazione Comitato Articolo 26
Ecco il link a cui trovate la petizione “La vera “buona scuola” mette al centro lo studente: chiediamo uguaglianza tra statali e paritarie“