L’importanza di un educatore e la libertà educativa dei genitori

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Nel percorso di crescita di ogni individuo, l’educatore riveste un ruolo fondamentale: non solo trasmette conoscenze, ma è anche una guida morale e un esempio di vita. La sua influenza può modellare il carattere e i valori dei giovani, contribuendo a formare cittadini responsabili e consapevoli.

Per questo siamo rimasti sconcertati dall’apprendere che all’Istituto “Andrea Ponti” di Gallarate, in provincia di Varese, si era pensato di affidare ad un attore porno, Edoardo Barbares, “in arte” Max Felicitas, un incontro per studenti su “l’educazione affettiva, il bullismo e il cyberbullismo, le implicazioni legali dei reati virtuali ed aspetti legati alla prevenzione delle malattie e all’attualità”.

Partendo dall’ipocrisia di aver utilizzato l’aggettivo “affettiva” anziché “sessuale” (perché allora parlare di “prevenzione dalle malattie”, con la presenza di un urologo?), sappiamo tutti che quando si parla di educatori, ci si riferisce a figure che, come loro caratteristica principale, per essere credibili, devono avere la coerenza dei valori insegnati con il loro stile di vita. Ai genitori stessi si ripete sempre che conta più il loro esempio di mille prediche!
Per cui ci chiediamo: quale coerenza e quale esempio potrà mai portare un attore porno nell’educazione affettiva? Quale esempio e quale coerenza vuole presentare il dirigente scolastico ai suoi alunni, visto che ha già annunciato che l’incontro “verrà riprogrammato in un altro momento, quando la situazione sarà più tranquilla”? Tranquilla rispetto a cosa? Ai genitori che vorrebbero insegnare ai loro figli una sessualità sana, e un sano rapporto di relazione con l’altro, e si sono ribellati a questo approccio? Vorremmo ricordare al dirigente che la priorità educativa è dei genitori e come minimo andrebbero consultati prima di proporre iniziative del genere.

A questo punto si aprono altre riflessioni.
Anche se i genitori fossero d’accordo, può la nostra società considerare educativo l’approccio alla sessualità, all’affettività e alle relazioni di un attorno porno? Forse dovremmo domandarci se la nostra società vuole evolvere verso una moralità in cui i nostri figli possono vedere quello del porno come uno sbocco professionale?
Infatti, altro punto di riflessione, l’incontro era all’interno del PCTO, ossia dei Percorsi per le Competenze Trasversali e l’Orientamento. Sembra quasi che la pornografia venga vista come una possibilità tra le tante, un orientamento per il futuro lavorativo.
Oltretutto questo vuol dire che tale incontro era praticamente obbligatorio: gli studenti devono infatti raggiungere un certo numero di crediti prima di arrivare alla maturità, quindi devono seguire i corsi proposti dalla scuola. La scuola dovrebbe evitare di proporre percorsi tanto critici, delicati e divisivi o almeno dovrebbe fornire delle alternative per quelle famiglie che non condividono certe posizioni e che cercano di insegnare una moralità diversa.

Ci auguriamo che il dirigente cambi idea e rinunci a riproporre questo incontro. Ma soprattutto chiediamo a gran voce al governo di porre un argine chiaro e definitivo a iniziative controverse di questo tipo riportando al centro la priorità educativa dei genitori.

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