di Gualtiero Raimondi Cominesi
L’arancione è stato il colore dominante in questi giorni sui social. Un fenomeno trasversale, che ha visto coinvolti gruppi, associazioni e i profili personali di migliaia e migliaia di utenti. Una ‘protesta’ o meglio una ‘richiesta di ascolto’ silenziosa, garbata, ma altrettanto decisa e determinata, che nasce dalla consapevolezza che quello che è in gioco in queste settimane è il destino ed il futuro dei nostri figli. Nei giorni scorsi si è infatti conclusa la settimana di mobilitazione organizzata dal Comitato #NoEsonero che ha lanciato la campagna social
‘#NoEsonero – L’inclusione non si fa fuori!‘, accompagnata da una petizione on line rivolta direttamente al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che ha visto coinvolte CoorDown, il Coordinamento nazionale delle persone con sindrome di down, CIIS, Coordinamento Italiano Insegnanti di Sostegno e oltre 80 associazioni che si occupano di disabilità e, in generale, del mondo della scuola, con l’obiettivo di manifestare il proprio dissenso e le proprie preoccupazioni verso il DI 182/2020 che prevede, per il prossimo anno scolastico, l’adozione del nuovo modello di PEI e stabilisce le modalità per l’assegnazione delle misure di sostegno.
“Con il decreto interministeriale 29 dicembre 2020, n. 182,” si legge sulla pagina dedicata dal Ministero dell’Istruzione, “sono definite le nuove modalità per l’assegnazione delle misure di sostegno, previste dal decreto legislativo 66/2017, e i modelli di piano educativo individualizzato (PEI), da adottare da parte delle istituzioni scolastiche. L’adozione del nuovo strumento e delle correlate linee guida implica di tornare a riflettere sulle pratiche di inclusione e costituisce una guida per la loro eventuale revisione e miglioramento.” Un invito alla riflessione e un’apertura alla revisione e al relativo miglioramento, quella sottolineata dal Ministero, che lascia ben sperare e che di fatto legittima il dibattito e il confronto in corso nella società civile, ma che, nella formulazione di richiesta e di modifiche, coinvolge purtroppo solo le singole istituzioni scolastiche e non le associazioni di famiglie e di insegnanti (Art. 21, c. 2 del D.I. 182/2020), aprendo così la strada verso quella marginalizzazione della famiglia che numerosi osservatori riscontrano, ad esempio, nel processo decisionale a favore del figlio all’interno del GLO, Gruppo di Lavoro Operativo per l’inclusione, costituito, in base al nuovo provvedimento, dal Team docente o dal Consiglio di classe presieduto dal Dirigente Scolastico, che ne definisce, tramite decreto ad inizio anno, la configurazione (Art. 3 c. 1 e 2 del D.I. 182/2020).
Come non sottolineare del resto, la misura dell’esonero da alcune discipline di studio, come indicato nell’Art. 10, c. 2 lettera d. del D.I. 182/2020 e più volte ribadito nelle relative ‘Linee Guida’ (pagg. 39, 40, 53, 54) comporta non solo l’allontanamento dell’alunno con disabilità dal gruppo classe e dai suoi docenti, ma ha anche ricadute culturali sulla formazione dei futuri cittadini e sulla costruzione di una società in cui ciascuno possa partecipare coerentemente con le proprie capacità. L’esonero, tra l’altro, impedirebbe l’attuazione di quella che il prof. Lucio Cottini, Professore ordinario di Didattica e Pedagogia speciale all’Università di Udine e presidente della Società Italiana di Pedagogia Speciale (SIPeS), definisce come la ‘cultura del compito’, basata proprio sulla co-partecipazione alla vita della classe da parte di tutti gli alunni.
Da ultimo, ma non meno importante, la possibile rimodulazione dell’orario, con la conseguente riduzione delle ore di sostegno, determinata dall’adozione delle tabelle C (Debito di funzionamento) e C1 (Tabella Fabbisogno Risorse professionali per il sostegno didattico e l’assistenza).
Sono questi alcuni dei punti di maggior criticità evidenziati dai proponenti la campagna social #NoEsonero. Significativo citare, a questo proposito, l’intervento dell’avvocato Salvatore Nocera che, in un suo articolo pubblicato il 9 febbraio su Superando, nel sottolineare gli aspetti positivi contenuti nel D.I. 182/2020, “come il riferimento alla Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità e all’autodeterminazione degli studenti con disabilità, così come l’’accomodamento ragionevole’ per la realizzazione dei loro diritti e l’affermazione che i nuovi PEI si formuleranno «sulla base dell’ICF» [Classificazione Internazionale del Funzionamento, della Disabilità e della Salute fissata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, N.d.R.], nonché la novità assoluta della generalizzazione del formato elettronico per la loro scrittura e la consultazione selettiva”, ha voluto fornire, a titolo personale, precisando di essere “socio di organizzazioni aderenti alla FISH (Federazione Italiana Per il Superamento dell’Handicap)” … “un ulteriore contributo di chiarezza sulla materia in questione, per continuare in tal modo, a titolo personale, a mantenere il dialogo con quanti stanno giustamente animando il dibattito quotidiano in tale ambito”. Nocera nel suo intervento conferma, di fatto, la legittimità delle preoccupazioni sollevate dai proponenti la campagna social #NoEsonero, arrivando a chiedere una ‘rivisitazione’ della normativa in modo che “risulti chiaro e in modo inequivocabile che i genitori sono ‘membri a pieno titolo’ del GLO”.
Sul termine ‘esonero’ contenuto nel D.I. n. 182/2020 e nelle Linee Guida, Nocera propone un cambio di terminologia, sostituendo ‘esonero’ con ‘altre attività’, proprio allo scopo di eliminare stucchevoli e inutili discussioni astratte: pur non trattandosi di un vero e proprio riconoscimento delle preoccupazioni espresse dal Comitato #NoEsonero, emergerebbe, se non altro, l’ammissione del problema ed un tentativo o inizio di dialogo tra le parti.
Significativo anche un recente post apparso sulla pagina FB del prof. Dario Ianes, Docente di pedagogia speciale e didattica speciale Libera Università di Bolzano e fondatore delle Edizioni Centro Studi Erickson di Trento:
“I promotori dell’iniziativa #NoEsonero temono che la formalizzazione dell’esonero e della riduzione dell’orario dell’alunno/a con disabilità nel nuovo PEI giustifichi, legittimi e incentivi pessime prassi di marginalizzazione ed esclusione che studiamo e condanniamo da anni… È un timore più che comprensibile in una scuola fatta di luci e ombre. Personalmente non sono così pessimista rispetto a nuovi effetti negativi prodotti dal nuovo PEI, ma sono anche molto consapevole del rischio. Dunque una proposta per i promotori dell’iniziativa di oggi e per chi ci sta: istituire un Osservatorio Indipendente Inclusione, un gruppo Facebook in cui famiglie, insegnanti e cittadini … postino buone e cattive prassi per diffondere consapevolezza critica e fare pressione. Io sono disponibile!“
Tatticismi, prove di distensione, dopo giorni di tensione, scontri e attacchi a volte anche personali, dibattiti accesi sui social e sulle testate e giornali di settore legati al mondo della scuola o altro?
Quello che ci auguriamo è che la società civile, il mondo della scuola e di tutti coloro che hanno a cuore il ‘benessere’ dei nostri ragazzi sappiano imparare proprio dai più piccoli, dal loro desiderio di apprendere e di diventare grandi insieme ai loro compagni, liberi da qualsiasi condizionamento o pregiudizio di sorta nei confronti della diversità dell’altro, nella consapevolezza che la diversità non rappresenti il problema, bensì la soluzione.