Primi giorni di Settembre 2014. Un istituto comprensivo qualunque di Roma sud. La docente Tal dei Tali scartabella curiosa come ogni anno nella cartellina dei progetti arrivati a scuola durante l’estate come proposte di ampliamento dell’offerta formativa. L’occhio cade su un percorso di “miglioramento delle relazioni nel gruppo classe” confezionato niente male, ci si potrebbe fare un pensierino…
Se non fosse però che la nostra docente negli scorsi mesi è stata raggiunta dal dibattito sulla teoria del “gender” e su come subdolamente stia pervadendo la cultura e la scuola di mezza Europa. Ha capito che “decostruire gli stereotipi di genere” vuol dire in soldoni mandare a farsi benedire il dato di realtà che esistono due sessi (maschio e femmina) e che la famiglia su cui si fonda ogni società è composta da un padre e da una madre, a beneficio della cura e dell’educazione dei loro figli. Quando poi vede che si parla un po’ troppo di “bullismo omofobico” e si mettono nell’angoletto le altre forme di discriminazione, avverte poco a poco puzza di indottrinamento e odor di ideologia. Ha messo a fuoco, tra un bagno a mare ed una passeggiata fra i monti, che quel tipo di educazione affettiva o sessuale (possiede pure qualche nozione di pedagogia, sai com’è…) non tiene conto dalla complessità dello sviluppo dell’ identità dei bambini e degli adolescenti, o peggio lo violenta.
Quindi la nostra amica fa una ricerchina e con due clic scopre che l’associazione che ha presentato il progetto è tra i sostenitori del convegno nazionale che si terrà a Roma Il 20 e 21 settembre prossimi, dal titolo “Educare alle Differenze”, che si propone di :
“Tessere un filo e costruire una rete tra tutte le esperienze del nostro paese che quotidianamente lavorano dentro e fuori le scuole per promuovere libertà e pluralità, a partire dal ragionamento sull’identità di genere”. Tra gli obiettivi c’è anche quello di potenziare e diffondere progetti educativi da diffondere nelle scuole di tutta Italia, di ogni ordine e grado…
E allora, qual è il problema per la nostra associazione che si occupa di migliorare i rapporti in classe “educando alle differenze”?
Forse che il suo nome “innocuo” figura appunto tra i co-promotori dell’iniziativa accanto a: Arcigay, Arciragazzi, Gay center, Circolo di cultura omosessuale Mario Mieli, Movimento di Identità Transessuale, Di gay project, la Fenice gay, Le “Barbe della Gioconda” (fantasiosi però!) e diffuse associazioni queer, radicali e femministe quanto basta…
Ah, come se non bastasse trova nella lista anche l’Istituto Beck (quelli dei libricini dello scandalo dell’UNAR) e la Federazione Italiana di Sessuologia Clinica (anche loro tra i firmatari degli Standard dell’OMS, sì, quelli per la masturbazione a 4 anni). Pura scienza…
Ma non saranno un pilino di parte? Neanche un’associazioncina di famiglie, magari da quattro soldi? Ah giá… ci sono quelle Arcobaleno, ovvio…
L’appuntamento ha anche ricevuto il patrocinio dell’Assessorato Scuola, Infanzia, Giovani e Pari Opportunità di Roma Capitale (ovvio anche questo ormai per chi vive a Roma: i primi sostenitori del convegno sono quelli di Scosse, che dal Comune ha avuto il mandato per formare le educatrici degli asili nido, ci mancherebbe…).
Vabbè la nostra amica ha già allertato dirigente e colleghi e poche ragionevoli argomentazioni ed un briciolo di buon senso hanno fatto dirottare le scelte didattiche dell’istituto su altri generi di… educazione.
Ma in un’altra scuola dove non lavora la prof. Tal dei Tali, che si è informata e ha le antenne dritte, che si fa?
Ecco qua, per l’appunto, i compiti per i genitori, mica ce li siamo scordati!
Aprite il diario e scrivete: “Inizia la scuola, interessarsi e partecipare alla vita scolastica dei propri figli”
In pratica? Approfittate delle riunioni dei primi giorni per esporre il problema gender e immolatevi a candidarvi come rappresentanti di classe o di istituto, o votate persone che condividono i vostri ideali.
Informatevi su tutti i progetti che i docenti proporranno per la classe e chiedete conto dei singoli contenuti e di quali operatori esterni interverranno eventualmente tra le mura di scuola…
Paura di non sapere come si fa? Allora scaricatevi il vademecum (link) predisposto dal Forum delle Associazioni Familiari dell’Umbria – in collaborazione con La Manif Pour Tous – attaccatelo al frigo e ripassate di tanto in tanto.
Insomma, non fate come con le riunioni di condominio, disertate dai più e con tre vecchietti a cui dà la delega mezzo palazzo.
La casa da tenere in piedi ha un valore troppo alto!