La scuola italiana è sotto attacco, presa da una morsa a tenaglia costituita da tante iniziative volte a fare spazio ad ogni costo alla gender theory. E’ un attacco sempre più massiccio e proveniente da più fronti: il tema dell’educazione di genere, già facente parte (per citarne una) della proposta del DDL Fedeli, viene ora introdotto all’interno del disegno di legge sulla riforma della scuola, per mezzo di un emendamento approvato domenica (!?) 3 maggio.
Come in un gioco di magia dove il prestigiatore, senza farsi accorgere dal pubblico, riesce a far comparire il coniglio dentro non ad uno ma a tantissimi cappelli… così le concezioni dell’ideologia gender (che il prestigiatore tenta di far credere che neppure esista!) compaiono ora in un pacchetto formativo contro la violenza sulle donne, poi in un DDL contro libri sessisti, ora in una fiaba per i bimbi del nido, e poi in una domenica di maggio, come un ago in un pagliaio all’interno di una legge molto articolata sulla ridefinizione della scuola. La poca trasparenza e condivisione di tutte queste azioni fino a qualche tempo fa ci lasciava perplessi, adesso risalta evidente come un modus operandi francamente inaccettabile.
E tutto questo mentre genitori e docenti chiedono di tenere il gender fuori dalle scuole e mentre vengono consegnate al presidente della Repubblica le 180.000 firme raccolte con la petizione per richiedere che sia rispettato il ruolo della famiglia nell’educazione dei più piccoli.
Per approfondire vi consigliamo la lettura di Scuola, la riforma nascosta: imporre il gender (da “La nuova bussola quotidiana”).