Stiamo ricevendo numerose segnalazioni relative a comunicazioni ricevute da parte delle scuole, in cui si consiglia “vivamente” di effettuare la vaccinazione anti Covid ai propri figli prima del rientro a scuola, sottolineando come tale scelta sia “un atto di responsabilità sociale” e che la stessa sarà pregiudizievole per la “partecipazione ad alcune attività o per l’accesso a servizi specifici dentro la scuola”.
A seguito della nota MIUR di accompagnamento alle indicazioni del CTS del 22 luglio, un numero crescente di scuole sta intervenendo in modo inaccettabile, creando pressione psicologica su genitori e figli minori.
Come associazione nazionale di genitori, ribadiamo che su questo delicato tema è necessario lasciare alle famiglie la possibilità di esercitare il proprio diritto/dovere di cura sancito dalla Costituzione. Va considerato senza ideologia e senza banali polarizzazioni Pro/No Vax, che diversi paesi europei non hanno dato il via libera ai vaccini per minorenni in attesa di dati più approfonditi, come Ucraina, Croazia, Portogallo, Bulgaria e Cipro, mentre Belgio, Olanda, Regno Unito, Finlandia e Svezia – a cui si aggiungeranno anche Irlanda e Norvegia – li hanno autorizzati sotto i 17 anni solo per i più fragili. In Germania il Comitato permanente per la vaccinazione (Stiko) lo consiglia solo in presenza di specifiche patologie.
Tenuto conto anche che tra i 12 e i 17 anni il numero dei ricoveri per Covid è bassissimo, che i pareri scientifici sui possibili effetti collaterali nel breve periodo sono discordi e che su quelli a lungo termine ancora non sono disponibili dati, molti genitori stanno legittimamente valutando il rischio/beneficio per i propri figli, così come hanno fatto quei genitori che hanno già deciso di farli vaccinare.
Anche se CTS e MIUR hanno formalmente invitato ad evitare qualsiasi forma di discriminazione degli alunni non vaccinati, nella realtà questa sembra già prendere forma.
Come si sentiranno le famiglie e gli adolescenti isolati e accusati da tutta la propria scuola? Ci auguriamo che poi non si inducano inaccettabili spaccature tra genitori e figli, preoccupazione già manifestata da molti genitori a seguito del recente pronunciamento del Comitato Nazionale di Bioetica su questo delicatissimo tema.
Ci chiediamo anche perché a poche settimane dal rientro ancora non si dia massimo rilievo al lavoro su tutti gli altri aspetti necessari per riaprire in sicurezza, oltre che al solo vaccino.
A che punto sono il piano trasporti, l’ottimizzazione degli spazi, gli impianti di ventilazione meccanica nelle classi? Perché ancora non si prendono in considerazione i tamponi salivari, già ritenuti idonei dall’Istituto Superiore di Sanità?
È molto grave infine che il ministro Bianchi non abbia ancora incontrato le associazioni dei genitori del FoNAGS. E’ proprio nell’alleanza con le famiglie che si potrebbe informare, condividere, rassicurare, anziché calare dall’alto documenti blindati e chiedere scelte a senso unico definite “etiche”, mentre niente ci appare più etico che garantire ai genitori i loro diritti e preservare il pluralismo, l’inclusione e il diritto allo studio per tutti i cittadini.
Roma, 5 agosto 2021
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