ANDDOS, l’associazione sulla quale sono stati accesi i riflettori dal servizio di Filippo Roma, destinataria di 55.000 euro di finanziamenti da parte dell’UNAR, è tra le capofila della rete di associazioni “Educare alle differenze” che da anni opera nelle scuole pubbliche su incarico di enti locali o di singoli istituti per svolgere progetti di educazione sessuale e di “educazione di genere”. Tale rete fa capo all’associazione romana SCOSSE e ne fanno parte anche l’ARCIGAY e il Circolo di Cultura Omosessuale intitolato a Mario Mieli, storico attivista LGBT e difensore della pedofilia.
SCOSSE si aggiudica da anni i fondi destinati dal Comune di Roma a corsi rivolti alle educatrici dei nidi (link) e quelli dell’Unione Europea destinati a progetti contro il bullismo (link), sebbene abbia auspicato pubblicamente l’inserimento del tema del transessualismo nelle scuole per bambini da 0 a 6 anni (link).
In passato ha fatto anche discutere l’attività di un’altra associazione promotrice di “Educare alle differenze”, ARCIGAY Il Cassero di Bologna nota per aver promosso festini gay a sfondo blasfemo (link), che è stata accreditata per promuovere in alcuni istituti scolastici un’educazione sessuale ispirata all’ideologia “gender” (video).
Per i genitori italiani che affidano ogni giorno i propri figli alla scuola pubblica – ragazzi a volte già esposti a molteplici problematiche – è a dir poco preoccupante avere un’ulteriore conferma in merito all’inadeguatezza educativa degli esperti ai quali l’ufficio governativo UNAR e molte altre istituzioni affidano da anni “il contrasto alle discriminazioni”, sotto consistente compenso.
Anche di fronte all’evidenza del servizio de “Le Iene”, verranno bollati come omofobi quei padri, madri e nonni che “oseranno” esprimere preoccupazione e sdegno? Dalla lettura dell’ultimo comunicato di ARCIGAY (link) sembra proprio dì si.
E risulta assurdo quanto si sente ripetere a più riprese dai soggetti chiamati in causa, non da ultimi la Senatrice Monica Cirinnà e il rappresentante della stessa ANDDOS intervenuti nella puntata di Matrix di martedì 21 febbraio, e cioè che l’UNAR non finanzierebbe le associazioni ma i progetti. Come se non fossero le associazioni ad attuare i progetti! (link)
Ciò che rileva in tutta questa brutta vicenda infatti non è se i soldi erogati dell’UNAR vengano spesi per finanziare circoli che organizzano orge piuttosto che essere impiegati per l’azione di ANDOSS nelle scuole. L’insegnamento infatti non è affatto un canale neutro che veicola solamente un certo messaggio. Al contrario lo stile di vita di un educatore e il suo ambiente culturale di riferimento contano tantissimo: per certi versi i giovani recepiscono più questi che il mero contenuto informativo di cui sono destinatari, peraltro nel merito più che discutibile.
Dopo questa vicenda su ANDDOS e su tutta la rete “Educare alle differenze” pesano ancor più di prima delle ombre che rendono inaccettabile il loro ingresso indiscriminato nelle scuola pubblica: come adulti, genitori ed educatori, non possiamo chiudere gli occhi se vogliamo davvero prenderci cura responsabilmente delle nuove generazioni.
L’UNAR durante i mandati delle sue due ultime presidenze si è distinta per il carattere ideologico delle iniziative proposte; ha abusato dell’incarico conferitogli per promuovere l’agenda LGBT, strumentalizzando il grave problema del bullismo ed estromettendo completamente le associazioni dei genitori su un ambito tanto delicato e cruciale.
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